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Il cyberpunk di Waneella

La fanbase di Waneella è tra le più ampie nel giro della pixel art, ambiente che solitamente non prevede un’idolatria del singolo bensì una condivisione libera quasi in copyleft dei lavori.

Il motivo dietro a questa anomalia potrebbe essere dovuta alla riconoscibilità immediata delle sue opere, che nello specifico sono animazioni abbinate a brani ambient.

Il tutto è raccolto in un album (disponibile sul suo canale YouTube).

Waneella, Red Light. Frame of an animation.
Waneella, Red Light. Frame of an animation.

La cifra che contraddistingue gli artisti contemporanei, almeno dagli anni ’60 in poi, è proprio l’essere riconoscibili.

Giuseppe Capogrossi, artista italiano, formulando questa teoria, rinunciò a talento figurativo e istanza accademiche per trovare un simbolo che lo rendesse a primo impatto riconducibile al suo nome (nello specifico, le forchette).

Lo stesso meccanismo avviene con le griffe, che spesso e volentieri sono l’unica cosa che fa gola all’acquirente, interessato a mostrare uno status più che un prodotto di suo gusto.

Waneella, New Specimen.  Frame of an animation.
Waneella, New Specimen. Frame of an animation.

Dando una scorsa veloce alla galleria di Waneella si nota subito il suo marchio stilistico: architetture fredde e prive di presenza umana, toni cupi, tecnologia abbandonata e un vibrante senso d’attesa -di cosa dobbiamo deciderlo noi.

Waneella, The Last Hour. Frame from an animation.

Molti elementi da lui presi in prestito stanno alla base dell’estetica cyberpunk: basta fare un rapido confronto con i poster di Cyberpunk 2077 per capire quanto essi abbiano in comune.

Waneella, Utitled (moon)
Waneella, Untitled (moon)

C’è molto di Akira, i grattacieli colossali e futuristici sfavillanti nella notte, mescolati ai piccoli localini anonimi dei sobborghi.

Lanterne svolazzanti placide appese alle porticciole dei negozianti, che ben si sposano con i brani da lui scritti.

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